fbpx

Turismo e la carenza di personale: come arginare il problema?

Turismo e la carenza di personale: come arginare il problema?
Mancano camerieri, responsabili di sala, aiuto cuochi, baristi. Mancano sempre più figure, insomma. Già a maggio 2022 sono stati stimati in oltre 380 mila gli addetti che mancano al turismo e alla ristorazione. Molti bar, ad esempio, sono stati costretti a chiudere per carenza di personale, così come diversi hotel e ristoranti hanno ridotto la propria attività, i tempi di apertura e i servizi forniti proprio perché non ci sono addetti a sufficienza. Ricondurre il problema ad una sola causa (il reddito di cittadinanza, come sostengono in molti) è sinonimo di disonestà intellettuale. E’ vero che la ‘garanzia di un sussidio’ può aver alimentato questa situazione, ma non rappresenta l’unico elemento scatenante, anche se certi meccanismi devono pur essere chiariti (ad esempio, il reddito di cittadinanza dovrebbe favorire il reinserimento o l’ingresso nel mondo del lavoro, non la disoccupazione cronica).

Perché la ristorazione e il turismo non attraggono personale?

Senza dubbio tale mancanza si è cronicizzata nel tempo, specie dopo la pandemia, quando molte persone hanno cambiato lavoro per pura necessità. Questa è proprio una delle cause principali, cioè il ricollocamento in altri ambiti lavorativi. Come mai, però, non hanno deciso di tornare alla vita di prima? Stipendi troppo bassi? Turni e orari troppo snervanti? Un ambiente di lavoro ostile?
Come sempre, la risposta è centrata sulle persone. Analizziamo la questione dalla prospettiva dei dipendenti. Molti, ad oggi, non accettano più ogni tipo di lavoro perché sono consapevoli che si vive una volta sola e quindi è il caso di farlo al meglio, motivo per cui le mansioni che non soddisfano o che sono in grado di condizionare negativamente l’esistenza vengono evitate accuratamente. Alla base c’è senz’altro un cambiamento nei valori, nelle priorità, nelle esigenze: se un tempo, magari, si era disposti a compiere maggiori sacrifici, oggi molte persone, lavorando in altri settori, si sono scoperte attratte dalla prospettiva di godersi la famiglia, non lavorare di notte e avere i weekend liberi, sfuggendo da quelle professioni che impediscono tutto ciò. Un trend, quello appena descritto, che la pandemia ha sicuramente accelerato.

Quali sono, a questo punto, le domande che però deve porsi un imprenditore di fronte a questo evidente cambio di mentalità?

Ad esempio: qual è l’ambiente di lavoro che offro? Riesco a organizzare i turni in modo che i necessari sacrifici di orario e giornate festive di lavoro siano conciliabili con una buona qualità della vita privata dei miei collaboratori? E soprattutto, sono in grado di offrire loro una prospettiva?

Ad ogni problema una soluzione e, se questi sono tra gli interrogativi principali di ogni titolare ma pensati sulla base delle mancanze di chi si trova dalla parte opposta, emerge l’importanza di come si debba necessariamente investire di più sul personale, cercando di attirarlo, incentivando la sua crescita professionale (magari anche attraverso corsi di formazione) e creando un luogo di lavoro che sia sano e stimolante. Come fare tutto ciò? Innanzitutto migliorando le garanzie economiche e sociali di un giusto stipendio, abbattendo le forme di sfruttamento e presentando delle offerte di lavoro appetibili e adeguate alle professionalità. Poi, puntare sulla qualità dell’ambiente di lavoro, alla cui base devono vigere rispetto e collaborazione (la fiducia va guadagnata e arriva solo col tempo). Inoltre, la ricerca del personale deve essere attenta: è importante che il proprio staff sia formato da gente che lavora con passione, motivandola e spingendola sempre verso un obiettivo in comune. Oggi un metodo “innovativo” per selezionare le migliori figure è sicuramente quello di andare ad attingere direttamente alla fonte, ossia all’interno delle scuole di formazione, dove per l’imprenditore è più facile individuare personale con le skill giuste. C’è un però, tuttavia: a volte non basta trovare “una” persona, ma “quella” persona che capiti al posto giusto al momento giusto. D’altronde, il mondo del turismo e della ristorazione è un mondo stupendo perché - al di là di ciò che si vende - ha a che fare con le sensibilità, l’anima e i sogni di tanta gente. Individuare “la” persona con la stoffa giusta, pertanto, può essere un valore aggiunto. 
 
 
 
Via Giulio Pastore, 28
Arezzo 52100 Italy

+39 376 1052 336
info@youreasy.place