Destination Marketing: una preziosa opportunità per il turismo extralberghiero
Nel secolo XVII si usava fare il Grand Tour, un vero e proprio must per i rampolli delle case aristocratiche di mezza Europa. Questo viaggio, che aveva come traguardo irrinunciabile l’Italia e il suo ricco patrimonio architettonico, artistico e culturale, era già concepito come un’esperienza formativa, un’esperienza iniziatica che precedeva l’ingresso nel mondo degli adulti. In pratica, una forma di turismo esperienziale ante litteram.
Con l’avvento del turismo di massa e della globalizzazione, il turismo poi si è trasformato in uno dei fenomeni economici e sociali più importanti a livello globale, driver strategico per tutte le economie. Oggi non esiste destinazione al mondo che non sia già stata raggiunta, e per fuggire dalla standardizzazione ad oltranza, il turismo si evolve e si rinnova continuamente.
Oggi, ad esempio, si può dire che questo settore ha assunto un’altra veste “viaggiando”, a suo modo, da un turismo di destinazione ad uno di motivazione. L’importanza non è più centrata sulla località scelta come luogo di arrivo ma sul valore esperienziale, sulla percezione del posto, sulla voglia di imparare, sperimentare, vivere pienamente il luogo stesso e conoscere la sua gente.
Tutti siamo consapevoli della fortissima correlazione tra struttura e destinazione, eppure molti albergatori ancora faticano a cavalcare questa grande leva di marketing per ispirare e attrarre più ospiti, tanto nel breve come nel lungo periodo. Ad eccezione di quelle che già costituiscono intrinsecamente una destinazione, tutte le altre strutture vengono solitamente scelte dagli ospiti, in primis, per il luogo in cui si trovano e per le esperienze che il territorio può offrire loro. Ad esempio, il turista che decide di andare in vacanza in Val d’Orcia non prenota un semplice soggiorno, ma è alla ricerca smisurata di un bagaglio di sensazioni, emozioni e attività da vivere in loco. Immaginate di arrivare in un agriturismo con vista panoramica sulle colline toscane e trovare ad accogliervi la massaia pronta a condividere e trasmettervi tutti i segreti della sua cucina: potrete imparare a realizzare un caratteristico menù toscano con i prodotti tipici della fattoria, a partire dall’antipasto, passando per le zuppe fino ai tipici pici e tanto altro. Sarà il più bel souvenir che potrete portare a casa.
Il Destination Marketing
Ricapitolando, dunque, gli albergatori possono intraprendere 3 azioni fondamentali:
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Collegare la propria attività alla location: il turista non cerca una struttura ricettiva ma una specifica destinazione.
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Offrire molto più di una camera all’ospite: per proporre servizi e attività del territorio o promuovere i propri servizi extra per fare attività di cross selling.
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Sfruttare i network legati al territorio: per fare networking con gli altri professionisti dell’hospitality che operano nella stessa destinazione e ampliare la propria offerta tariffaria. Dalla guida turistica ai collaboratori che organizzano transfer per stazioni e aeroporti, dai ristoratori ai tassisti fino ai responsabili dei laboratori artigianali e a tutti quegli altri operatori turistici che gestiscono le risorse del territorio.
Il viaggiatore moderno ha completamente cambiato esigenze: ha bisogno di costruire una relazione con la località, creare un legame che lo porti ad essere condotto proprio in quella destinazione. E il contenuto è tutto quello che abbiamo (e che abbiamo sempre avuto) per poter costruire questa relazione.